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Comune di Santa Maria Maggiore

È da sempre il centro politico e religioso della Valle. Fu sede del Mandamento, cioè del Pretore di Valle che su questa area aveva la propria giurisdizione e della Chiesa matrice dalla quale , poco alla volta, si staccarono gli altri paesi, erigendo parrocchie locali; venne abitata da sette importanti famiglie craveggesi che divisero il paese in quartieri, in parte ancora riconoscibili.
Santa Maria Maggiore è la sede di due importanti strutture museali: il Museo dello Spazzacamino e la Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini. Il Museo dello Spazzacamino si trova all'interno del parco di Villa Antonia; è il luogo in cui sono raccolti oggetti e attrezzi di lavoro, abiti e immagini che raccontano la storia dei vigezzini che, dopo aver abbandonato casa e famiglia, andavano all'estero a praticare il duro mestiere dello spazzacamino fumista.
I valligiani che partivano, erano spesso bambini, "bocia", che la famiglia mandava "fuori" per liberarli dalla miseria. La Scuola di Belle Arti è stata invece fondata da uno dei numerosi pittori ritrattisti emigrati dalla Valle dei Pittori, Giovanni Maria Rossetti Valentini, che, come tanti altri, aveva soggiornato in Francia dove aveva lavorato e insegnato.
Ritornato in patria, aveva aperto una scuola gratuita per insegnare ai ragazzi le basi del disegno, della pittura e dell'ornato. Siamo nella seconda metà dell'Ottocento. Oggi la Scuola, eretta Ente Morale, ha un'ampia aula adibita a Pinacoteca.
La parrocchia di Santa Maria Maggiore, come risulta da una pergamena del 1022, è indubbiamente anteriore al Mille. Nulla però sappiamo della prima chiesa che, come vuole la tradizione e come riporta il più antico ex voto che la parrocchia possiede, fu edificata dai SS. Giulio e Giuliano, i primi evangelizzatori di questo territorio.
La primitiva chiesa ebbe sicuramente caratteristiche romaniche, documentate oggi dai reperti visibili nell'edificio settecentesco: archetti pensili della facciata, animale stiloforo, formella in pietra inserita nel muro esterno dell'edificio religioso e, soprattutto, l'alto campanile, unica struttura superstite dell'architettura romanica.
Dai documenti rimasti, risulta che i lavori della nuova chiesa furono eseguiti tra il 1734 e il 1743, almeno rispetto alla muratura principale. Il grande affresco della cupola centrale, con oltre quattrocento figure, che rappresenta la Gloria di Maria in Cielo, il catino sopra il presbiterio raffigurante Cristo e il Coro di Angeli musicanti in attesa della Beata Vergine Maria, la pala dell'altare maggiore con l'Assunzione, i due grandi affreschi sui muri laterali del presbiterio riproducenti la Nascita e il Transito della B.V.Maria, sono opera del grande pittore vigezzino Giuseppe Mattia Borgnis (1701-1761).
Parte delle decorazioni, delle volte e delle pareti fu affidata al pittore Lorenzo Peretti (1774-1851) il quale dipinse anche il catino affrescato nel portico di facciata.
Le frazioni di Crana e Buttogno conservano ancora tutti gli elementi dei nuclei rurali, abbelliti da pitture e arricchiti da edifici di culto costruiti con il denaro dei benefattori emigrati all'estero.
Nella piazzetta di Crana, due edifici religiosi si intersecano uno nell'altro: la chiesetta dedicata a San Giovanni Evangelista, costruita nel XVIII secolo e affrescata da Giuseppe Mattia Borgnis, e l'affascinante piccolo Oratorio di San Rocco, costruito per ex voto dalla popolazione di Crana per lo scampato pericolo da una terribile ondata di peste che aveva falcidiato la popolazione nel 1529-1530.
L'Oratorio, sulle pareti del corpo dell'edificio, è interamente affrescato con dodici grandi riquadri che figurano la vicenda biografica del Santo, narrata da brevi cartigli, e che furono dipinti nel 1534 dal pittore lombardo Battista da Legnano.
Purtroppo, la suggestione coloristica degli affreschi dell'autore è stata spenta, nella parete a destra dando le spalle all'altare, dal restauro del 1894 ad opera di Luigi Morgari.
Crana è il paese d'origine di Giovanni Paolo Femminis, benefattore emigrante e inventore dell' aqua mirabilis, essenza lenitiva che venne poi diversamente commercializzata da Giovanni Maria Farina come ricetta base della più famosa Acqua di Colonia. Nel centro del paese, è visibile la sua casa natale.
Ben difeso dalla folta presenza di boschi che riparano l'abitato dalle bizze del clima alpino, il comune di Buttogno si sviluppa seguendo un disegno abbastanza coerente che localizza gli edifici rurali a monte e le case signorili con giardino a mezzogiorno.
La chiesa dedicata a San Lorenzo e Sant'Antonio data 1652 ed è stato ricostruito sulla perimetria del vecchio Oratorio del 1421. L'edificio è stato affrescato dal pittore Lorenzo Peretti (1774-1851), il quale ha lasciato, sulla cantoria, un bellissimo, tondo raffigurante Santa Cecilia, elegantissima e ispirata, immersa in un ambiente raffinato, mentre suona l'organo.
Il pezzo più importante conservato nella chiesa è l'olio di Daniele Crespi (1590-1630) rappresentante Gesù in croce tra i Santi Francesco d'Assisi e Carlo Borromeo.
Il centro storico dell'abitato, di forte impronta rurale, presenta ancora vecchie, bellissime stalle e cascinali in pietra.
Nuova struttura da segnalare: Centro Visite del Parco Nazionale Val Grande, una deliziosa struttura inserita tra le vecchie viuzze di Buttogno, utile punto informativo del Parco.